PALAZZO PASQUALINI

MONTEDINOVE

Panoramica

Palazzo Pasqualini si erge sulla parte più alta del paese, su quella che fu l’area in cui sorgeva l’antico Castellum, e di queste antiche mura ha utilizzato le residue strutture, ancora visibili nei vani della cantina, come sostruzioni. Il Palazzo fu edificato nella seconda metà del Settecento ed appartiene ancora oggi ai discendenti della famiglia che lo abitò a partire dalla prima metà del Settecento. L’edificio si sviluppa su tre piani fuori terra e su livelli di cantine sotto il piano della piazzola antistante; è articolato in due corpi di fabbrica collegati da un piccolo ponte con volta, attraverso il quale si accede al centro storico del paese. All’ingresso del ponte è riportata la data della realizzazione di questa struttura (1780) che ci conferma come il Palazzo avesse una sua grande importanza nell’assetto urbanistico della Montedinove settecentesca. La sua struttura è in semplici mattoni, tipico materiale locale, ma la facciata che si sviluppa in orizzontale è ingentilita da un bel portale a bugne.  Il Palazzo si estendeva da via Bora a via del Girone mentre la Fonderia di famiglia si trovava sempre in via del Girone ma di fronte al Palazzo. I locali della Fonderia, trasferita a Fermo nel 1912, si trovavano dove oggi è posta la cantina dell’abitazione di proprietà Marchionni. L’ingresso principale della casa si trova proprio sulla piazzola; di particolare importanza è il portale a tutto sesto realizzato in travertino con bugne a punta di diamante su base quadrata. Un altro ingresso si trova invece sulla strada, lungo la facciata adiacente alla Chiesa di San Lorenzo, dove è presente una scala in mattoni che porta all’interno della dimora, nella zona di servizio. Nel corso degli anni sono state apportate alcune modifiche interne, che però non hanno alterato la struttura originaria del Palazzo.  All’interno le stanze del pianoterra (tranne qualche rara eccezione) presentano ancora gli originari pavimenti in mattoni di cotto; ancor oggi è conservato il mattone sul quale è riportata la firma del mastro costruttore e la data (1760) della cottura. I soffitti sono realizzati con volte in camorcanna; decorati con affreschi ad eleganti figurazioni in stile neoclassico e stucchi, si presentano in ottimo stato di conservazione. La struttura portante dei soffitti è invece , come si può riscontrare da un’apertura d’ispezione situata in soffitta, costituita da un’orditura in legno di centine e travetti. Le porte di tutte le stanze della casa sono quelle originali e presentano dei pomoli ottagonali in vetro di Murano di diverso colore. Al piano terra, di particolare interesse, è la piccola Cappella di Famiglia, un tempo consacrata. All’interno della cappella è presente una statua in cera di dimensioni reali, raffigurante San Luigi Gonzaga, protettore della famiglia Pasqualini. Sull’altare, decorato con carte dell’epoca dipinte a mano, sono posti numerosi ex voto, racchiusi all’interno di teche cuspidate. La cappellina gode di un ottimo stato di conservazione, nonostante non abbia mai subito interventi di restauro. Al piano terra è situata anche la grande cucina, con le pareti rivestite di maioliche, dove è presente una delle prime cucine economiche dei tempi moderni;  funzionante a legna, è rivestita in maiolica ed ha le piastre dei fornelli composte da diversi anelli di varie misure, muovendo i quali era possibile adattare la fiamma alla grandezza della pentola. Sempre in cucina, è presente un enorme camino, uno dei due dell’intero palazzo. Sul retro della cucina era presente la dispensa, dove venivano conservati i cibi; oggi la dispensa è divisa in due stanze, lavanderia e bagno. Di costruzione più recente (seconda metà dell’Ottocento) è invece la grande sala da pranzo, oggi collegata alla vecchia cucina da una porta, aperta là dove un tempo c’era solo un passavivande (presente ancora nel corridoio). La particolarità di questa sala, che presenta a differenza delle altre stanze un pavimento in tasselli di legno policromi, è il bel soffitto a cassettoni decorato con elementi ornamentali di gusto classicheggiante. Sul lato sinistro della sala da pranzo è posto il secondo camino della casa, arricchito da una mostra in noce intagliato di stile neorinascimentale. La mostra del camino riporta lo stesso disegno degli arredi un tempo presenti nel locale; le porte degli armadi a muro, sul lato destro, e la boiserie sono invece in legno povero di abete, dipinte in finto legno, anch’esse in stile rinascimentale. Dal pianoterra, attraverso una scala in marmo bianco di carrara, si accede ai piani superiori dove si trovano le camere da letto con soffitti decorati, un grande salone e la biblioteca. All’interno della Sala Biblioteca è posta la grande libreria settecentesca che conserva ancora la laccatura originaria dei mobili marchigiani dell’epoca e che contiene un gran numero di volumi, le cui date di edizione spaziano dal Seicento al Novecento; si tratta per lo più di testi di carattere religioso, collezionati nel corso degli anni, dalla famiglia.

La Famiglia Pasqualini.

Sebbene l’albero genealogico ritrovato in biblioteca faccia risalire le origini della famiglia Pasqualini addirittura ai Malatesta di Ascoli Piceno, il primo discendente di cui è stato possibile ricostruire la vita e l’attività è don Francesco Pasqualini,  nato a Montedinove nel 1734. Don Francesco si trovava a Fermo in Seminario nel 1755, quando assistette ai lavori di fusione per la realizzazione delle campane del Duomo, rimanendo affascinato dal lavoro dei maestri fonditori. Una volta tornato a Montedinove, coinvolse il nipote Luigi e diede vita alla “Fonderia Pasqualini” che, nel giro di poco tempo, acquisì una grande fama e divenne un punto di riferimento per la realizzazione delle campane di tutta la penisola. Grande impulso alla Fonderia fu dato dal figlio di Luigi, Raffaele Pasqualini che, intorno alla metà dell’Ottocento, gestiva l’attività di famiglia insieme al fratello Pasquale. Di Raffaele e il Trattato sulla fusione delle campane ritrovato nella biblioteca di famiglia, elaborato sulla falsariga dell’opera “Harmonie Universelle” del gesuita francese Marin Mersenne. La fonderia è stata attiva fino al 1912 quando venne trasferita a Fermo dove rimase operativa fino al 1961; nel 1932 è stata fusa dalla fonderia Pasqualini la “Campana delle Laudi”, donata dai Comuni italiani alla patria del Santo di Assisi, sulla quale è stato inciso Il Cantico delle Creature in caratteri gotico e la figura di San Francesco.

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