Chiesa “Santa Maria dè Cellis”
MONTEDINOVE
Panoramica
La sua esistenza è testimoniata dai documenti farfensi del sec. XIII, ma molto probabilmente fu edificata dall’Abate Berardo III (1099-1119). L’attuale edificio fu eretto sopraelevando la sottostante chiesa di S. Maria dé Cellis, dal quale prende il nome. Da questa sembra provenire gran parte dei materiali riutilizzati quando fu costruita la primitiva cappellina dedicata alla Madonna della Misericordia e San Giovanni Battista, che era posta trasversalmente alla piazza ed era di dimensioni più piccole dell’attuale. Proprio a questa cappellina apparteneva il portale romanico-gotico la cui iscrizione porta la data del 1368. La sua composizione con tre materiali diversi fa pensare ad una ricostruzione con elementi estrapolati da realtà preesistenti; chiese rurali che si incastellano in quel secolo tremendo di calamità. I materiali sono: Il travertino, l’arenaria e il cotto. Le due colonne a sezione ottagonale che poggiano su due leoncini stilofori sono in travertino, i conci d’imposta in pietra arenaria e tutto l’arco in cotto. Nella posizione in chiave di volta, in altorilievo, sempre in cotto, vi è una croce ad estremità uncinate, sormontata dal simbolo della conchiglia dei pellegrini, con ai lati due margherite a cinque punte, una diritta e l’altra rovescia, intervallate da archetti trilobati. Simbologia questa, tutta da leggere in quanto è diffusa su tutto il portale. Sopra all’arco vi è una pietra in arenaria con iscrizione in caratteri gotici al centro della quale campeggia l’agnello di S. Giovanni Battista, primo patrono di Montedinove, e sopra vi è un’icona con l’affresco di S. Giovanni, di cui però rimane solo il volto. Tra il 1540 e il 1650, la cappella si ingrandisce e si dispone longitudinalmente addossandosi alla torre campanaria, con ingresso a sud e il portale verso la piazza viene murato. Nel 1850 la chiesa viene ristrutturata nel modo in cui la vediamo oggi. All’interno di essa, oggi possiamo ammirare: un affresco raffigurante “La Madonna della Misericordia” del 1512, opera di Giacomo Bonfini da Patrignone; un meraviglioso “Crocifisso ligneo” elencato tra gli oggetti d’arte d’Italia. Tale opera di autore ignoto, catalogata come Arte Marchigiana su modelli romanici del sec. XIV, viene oggi definita, da vari storici dell’arte, come Arte Marchigiana di influsso nordico, celtico, e datata fine XIII inizi XIV secolo; infine altra superba opera d’arte da ammirare è una Croce Astile-Reliquiario di arte orafa sulmonese del XIV secolo, che anche se simile a molte altre della nostra zona, ha due particolarità che la rendono molto interessante: rappresenta un passaggio di tecnica, dallo stampaggio semplice delle lamine argentee, allo stampaggio con ritocco a bulino sul margine e soprattutto che è firmata “MASIUS CICCARELLI”.
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